Al voto al voto - La Critica Politica

La Critica Politica
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Poggiardo Maggio 2006

Al voto, al voto...
L’ennesima rappresentazione di un paese senza libertà di pensiero
di Oronzo Pedio

La cultura della sufficienza di approccio su ogni problematica è un male endemico della società salentina. Possiamo parlare di “volontaria disoccupazione del pensiero” che consente a politici e a politiche dozzinali di determinare, indisturbati, ogni aspetto della nostra esistenza. “Fini strateghi”, continuamente adulati, che lottano esclusivamente per la difesa di un piccolo spazio egemonico. Tutti accomunati dalla bramosia di occupare qualsiasi tipo di poltrona, da trasferire, magari, per via dinastica. La storia poggiardese, salentina, è piena di certi fenomeni che evidenziano negativamente una società “interessatamente disattenta.” E’ difficile che qualcosa possa cambiare. Almeno fino a quando l’intera società non deciderà di esporsi in prima persona, magari anche solo attraverso una scelta più mirata e ragionata.
IL CORAGGIO

Affrontare e sfidare a viso aperto i centri di potere, neppure tanto nascosti, che attanagliano Poggiardo, significa avere coraggio. Lanciare la sfida da un palco significa avere coraggio, togliersi, magari, quel velo che sembra essersi posato sugli occhi ed accompagnare con determinazione la propria proposta politica. Non basta manifestare “indignazione” sugli emolumenti economici riservati agli amministratori. Abbiamo già visto e sentito. Parliamo invece dei gangli che avvolgono la nostra società e proponiamo, se ne abbiamo volontà, un radicale percorso di cambiamento.
Il paese è in uno stato di continue “demolizioni” (e poi si parla di conservazioni storiche), e chissà quante “altre ne verranno”.
I BENI CULTURALI

Verrà il tempo in cui qualcuno avrà finalmente il coraggio di affermare che il turismo legato ai beni culturali locali, per quanto ci riguarda, non è altro che uno specchietto per le allodole? Una sterile propaganda tesa a veicolare eclatanti ed alquanto improbabili positivi ritorni economici sul territorio. Sono tutte favole, o meglio una furba sopravvalutazione dell’esistente a meri fini promozionali.
Mettiamo fuori il naso dai confini e confrontiamoci con le altre realtà prive del nostro tasso di boriosità e, per questo, sobriamente pragmatiche. La tracotanza, il “vivere sopra le righe”, accompagnati da una cattiva informazione mediatica, sono elementi propagandistici che creano danni sociali incalcolabili.
Da più di un decennio in ogni programma elettorale che si rispetti uno degli argomenti principali è l’intenzione di acquisire il Palazzo Guarini di Poggiardo. (Adesso si parla anche di possibile esproprio nel caso di resistenza alla vendita da parte dei proprietari). Un tormentone che serve a tenerci svegli.
Per non parlare delle dichiarazioni in sequenza, del nostro vulcanico consigliere provinciale, sul tema. Basta, non se ne può più!!!
Le soluzioni proposte per la destinazione di tale struttura cambiano nel tempo per divenire sempre più fantasiose. Addirittura la sua trasformazione in albergo.
Ma per favore!
I COMIZI

Vogliamo citarne solo uno: un vero e proprio campionario di demagogia e di vittimismo retorico buono per incantare il “popolino”. (Ancora con questa storia di Fitto cattivo? Suvvia Consigliere e Sindaco aspirante, la storia non regge più). E’ pur vero che l’assenza di società produce un consenso affascinato e sedotto da logiche populiste. Però basta!
Che cosa si è detto, ad esempio, in tale comizio a proposito del nostro Ospedale? Assolutamente niente, ossia “se saremo eletti vigileremo”. (Magari forti della “filiera istituzionale!!!”) Anche quel niente, però, se detto bene e non confutato, acquista valore. E chi può confutare affermazioni, perfettamente identiche, che vanno avanti da anni? Nel contesto attuale nessuno. E spieghiamo, secondo noi, perché ciò non può avvenire. La Lista del Sindaco uscente ha mostrato, nei comizi tenuti finora, una palese difficoltà di contraddittorio a distanza. Addirittura ha mostrato insicurezza nell’esprimere quanto realizzato. Insufficienza di comunicazione o altro? La Lista espressione di Rifondazione Comunista non può assolutamente “essere critica” nei confronti della Giunta Regionale guidata dal Presidente Vendola e, quindi, deve glissare sul tema ospedale. La Lista “La Svolta”, espressione di A.N. locale, ha una comprensibile difficoltà nel mettere in risalto le contraddizioni e la strumentalizzazione sull’argomento da parte del Centrosinistra Poggiardese, perché significherebbe offrire un “assist” politico alla Lista del Sindaco uscente, in questo caso in aperta concorrenza... E allora? Allora anche un “niente” diventa valore assoluto e dogma. (Tra l’altro dobbiamo sottolineare, per obiettività e correttezza di analisi, come proprio l’ultima lista citata sia quella che, a parer nostro, ha mostrato positivi segni di capacità espositiva).
Il discorso, naturalmente, si può applicare a qualsiasi argomento oggetto di campagna elettorale. Sulla discarica, sull’ambiente in generale... sulle scuole... A proposito di scuole anche noi, se ci è consentito, vogliamo lanciare una proposta: che si chiuda una volta per tutte l’Istituto Statale d’Arte, fonte di tanta propaganda a buon prezzo, e si chieda con forza l’istituzione di nuovi indirizzi scolastici. Altrimenti, tutti coloro che continuano a ciarlare sull’utilità di tale Istituto, si impegnino a garantirne la sopravvivenza tramite l’iscrizione dei propri affini. (Piuttosto che iscriverli ad altri indirizzi, in grado sicuramente di fornire spazi di occupazione più ampi).
Per tornare ai comizi dobbiamo ancora “risentire” la storia dell’elettrodotto Italia-Grecia. Bene, bravo, 10+, ma adesso basta!
La nobile battaglia che si preannuncia nei confronti della realizzazione del nuovo impianto di trattamento rifiuti (siamo forse un po’ in ritardo?), non poteva essere fatta anche per impedire l’attivazione della discarica “ereditata”, come si ripete quasi a mo’ di alibi? Demagogia per demagogia perché non si è invitata tutta la Cittadinanza ad incatenarsi per evitare lo scempio ambientale che oggi ci ritroviamo? Invece, in pompa magna, si inauguravano teatri periferici, quale ristoro ambientale.
Riapriamo l’Arca e riprendiamoci il Festival dell’Archeologia dei ragazzi. Va bene. Ma ridateci pure Topvideo e i memorabili servizi del nostro “giornalista obiettivista.” E poi?
E poi è finito lo spazio sennò potremmo parlare di altri comizi, degli alberghi nel deserto, del parco archeologico, della strumentalizzazione sulla casa protetta per anziani... dei “cessi” della “cosiddetta” zona archeologica (miiii.. che tema importante!), del centro commerciale con le scale mobili che “salgono e che scendono...”
Ma ne vale la pena?

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