Passato da rispettare o da demolire - Agosto 2005 - La Critica Politica

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Passato da rispettare o da demolire?
di Oronzo Pedio

Chiesa di Santa Sofia

"Era un vano di circa 30 metri quadrati, sito nel centro della piazzetta tuttora denominata si S. Sofia lungo la via di Mezzo, con ingresso dal lato orientale e con un unico altare di fronte all'ingresso, intitolato alla Vergine Assunta.

Vi era un sepolcreto: nel secolo XVII vi furono tumulati alcuni fedeli.

Era molto cara alla devozione popolare..."


Così l'Autore, Salvatore Rausa, inizia il passaggio dedicato alla Chiesa di Santa Sofia nel suo libro  Poggiardo : una vivace comunità salentina - Edizioni del Grifo.

Per proseguire, dopo la breve storia della chiesetta:

"... Il degrado e lo stato di abbandono divennero così gravi e allarmanti, che il Comune di Poggiardo, con deliberazione consiliare n. 34 del 27 gennaio 1959 adottata a unanimità di voti, decise di acquistare la cappella dagli attuali proprietari per lire centomila e demolirla a salvaguardia dell'incolumità e salute pubblica. Nelle premesse dell'atto deliberativo il sindaco Francesco Rausa, dopo aver accertato che la chiesetta <<non è soggetta a vincoli sacri o a tutele da parte della sovraintendenza alle belle arti>> evidenziò l'urgenza di un provvedimento radicale: l'edicola era <<da moltissimi anni abbandonata>>, tanto che i vicini vi depositavano <<immondizia e rifiuti di ogni sorta, che putrefatti rappresentavano un serio pericolo per la pubblica salute>>. Per tale stato di cose vive proteste erano pervenute da parte dei cittadini e preoccupate segnalazioni da parte dell'ufficio sanitario. Sia per la eliminazione del focolaio d'infezione che per la definitiva sistemazione del largo Santa Sofia, era ormai inevitabile l'abbattimento della pericolante, abbandonata e murata chiesetta."


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Cosa ne pensiamo...


Quello che ci è venuto subito in mente, leggendo le motivazioni addotte dall'Amministrazione comunale di Poggiardo nel 1959, è l'opinabilità delle motivazioni stesse. Ci riserviamo, naturalmente, una analisi più compiuta, per quanto attiene l'aspetto amministrativo, nel momento in cui avremo la possibilità di leggere la deliberazione consiliare citata. Sotto l'aspetto politico pensiamo, invece, a quali effetti potrebbe produrre, al giorno d'oggi, l'applicazione di tale metodo. Ovvero "degrado ed abbandono uguale demolizione." Quante sono, difatti, le strutture abbandonate, pericolanti e a volte ricettacolo di rifiuti situate nei centri storici? A meno che non fossero altri i motivi, più o meno reconditi, che hanno portato alla demolizione della Chiesetta ed alla "sistemazione" del Largo Santa Sofia.

D'altronde (ne parleremo diffusamente) Poggiardo non è nuova a determinate operazioni che hanno contribuito a cancellare pezzi della propria storia difficilmente rilevabili anche per l'assenza anche di una memoria fotografica appena significativa.

Sollecitiamo i lettori ad inviare un proprio commento che verrà pubblicato sul sito. Così come sollecitiamo chi ha memoria storica su questo episodio così "edificante" del nostro passato a contattarci all'indirizzo  critica@criticapolitica.it

Poggiardo Agosto 2005

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